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Espatrio Consapevole

Espatrio consapevole

Sono arrivata a Melbourne nel lontano 1992, prima di Google che risponde ad ogni tuo quesito e Whatsapp che ti tiene in contatto con il tuo mondo.

Sono arrivata senza sapere nulla, per seguire un giovane australiano incontrato viaggiando e cominciare una nuova avventura dall’altra parte del mondo.

Non avevo tenuto conto delle potenziali difficoltà: della distanza, dell’isolamento, dell’ansia e la sensazione di essere completamente sola a cercare di gestire una situazione più grande di me.

Non sono stati anni facili.

Ho chiesto aiuto ma ho faticato a trovare un supporto adeguato.

Innanzi tutto c’era la lingua.

Pur parlando un buon inglese il fatto di trovarmi davanti ad un professionista (counselor o psicologo) e dover spiegare quello che provavo in una lingua che non era la mia mi creava imbarazzo.

Negli anni ho capito che a causa della mia ansia avevo perso sicurezza in me stessa e di conseguenza mettevo in discussione anche la mia capacità di comunicare in maniera adeguata.

La perdita di autostima è uno degli effetti collaterali dell’espatrio!

Ma oltre a non sentirmi capita dal punto di vista linguistico, spesso avevo l’impressione che chi mi ascoltava con tanta attenzione ed empatia, non cogliesse interamente l’essenza dei miei disagi.

Da dove venivano la rabbia, il risentimento, i sensi di colpa e la valanga di pensieri e sentimenti negativi che assillavano le mie giornate?

E soprattutto che effetto avevano sulla mia vita in quel preciso momento?

La scelta era stata mia, ma presa in quel vortice tendevo a dimenticarlo e stavo perdendo il controllo.

Il cambiamento è crescita, è uscire dalla nostra zona di confort e provare qualcosa di nuovo, è alleggerirsi del passato e cambiare direzione.

Il cambiamento è anche fonte di stress e ansia, è dover trovare il modo migliore per ricominciare, è il lasciare il familiare per l’ignoto, è sentirsi privi di punti fermi a cui appoggiarsi.

In un espatrio consapevole si è coscienti che il cambiamento fa parte di questa scelta.

Presa dall’entusiasmo per questa nuova avventura non avevo tenuto conto dell’altra faccia della medaglia.

Il primo passo per trovare un equilibrio e vivere una vita più ricca e gratificante è ammettere a noi stessi che c’è un disagio. 

Fermarsi un attimo e capire quali sono gli ostacoli che ci impediscono di vivere meglio e riconoscere che il nostro benessere è importante.

Trovare il coraggio di chiedere aiuto e cercare la persona giusta nella quale riporre la nostra fiducia non è facile, ma è possibile.

Un percorso di counseling può facilitare il processo di adattamento, permettendo di sviluppare una maggior consapevolezza ed esplorando nuove prospettive.

Barbara Amalberti
Ottobre 2019

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