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Gli Alleati Della Famiglia Multilingue

Gli alleati della famiglia multilingue

In questo post ti spiego perchè è importante trovare i giusti alleati del multilinguismo.

Ormai sono un po’ di anni che lavoro come consulente per il multilinguismo. Adoro trovare insieme alle famiglie la strategia migliore per aiutare i bambini a crescere con più di una lingua! Spesso però è difficile perché la situazione in cui viviamo è quella d’immersione in un’unica lingua: la lingua della maggioranza. E allora ci servono gli alleati della famiglia multilingue! Lascia che ti spieghi cosa intendo.

Se sei una mamma italiana che si è trasferita all’estero, molto probabilmente ti troverai a vivere in un contesto linguistico in cui prevale la lingua del paese in cui ti sei trasferita, spesso anche nella quotidianità.

Prendiamo l’esempio di Monica che si è trasferita in Germania. Se il figlio di Monica frequenta il kindergarten o la scuola, avrà contatto con la lingua tedesca per un bel po’ di ore durante la giornata, diciamo cinque circa? E se poi frequenta anche un centro per il dopo scuola o se fa attività sportiva, allora sono altre due o tre orette.

Nella mia esperienza professionale ho potuto constatare che le famiglie (italiane) trasferite all’estero che a casa parlano esclusivamente italiano, riescono a dare ai loro figli un input linguistico in grande quantità e di buona qualità. Ovvero i loro figli crescono sentendo e usando l’italiano molto spesso, e a scuola sentono e imparano l’altra lingua. In linguaggio tecnico si dice che stanno sviluppando un bilinguismo bilanciato.

Foto ©MarcoFerrando https://marcoferrando.it

Ho notato però una bella differenza nelle famiglie miste, quelle cioè composte da un genitore italiano e un genitore che parla un’altra lingua.

Quindi se Monica ha sposato un tedesco, con il quale parla solo tedesco, e lei è l’unica a trasmettere la lingua italiana in casa, allora suo figlio probabilmente sta imparando le due lingue in maniera sbilanciata. Niente di grave, significa soltanto che il tedesco sarà la lingua che suo figlio conoscerà meglio, quella con cui si sentirà più a suo agio, quella in cui imparerà a leggere e scrivere e che probabilmente diventerà la sua “lingua dominante”.

E allora? Quello che è importante capire è che non dobbiamo crearci false speranze. Monica si stupisce per esempio per il fatto che suo figlio continua a fare errori quando parla in italiano. Si chiede perché non riesce a pronunciare bene la “r”. Magari riceve anche commenti poco piacevoli dai nonni o dagli amici rimasti in Italia che le rimproverano: “Ma come!? Non stai insegnando l’italiano a tuo figlio!?”. Cosa deve fare Monica?

Prima di tutto diventare consapevole che se lei è l’unica fonte di lingua italiana è assolutamente normale che l’italiano sia “la lingua meno forte” di suo figlio. E poi deve cercare degli alleati della famiglia multilingue! Gli alleati sono proprio i nonni, gli zii, gli amici rimasti in Italia, insomma le persone che fanno parte del suo contesto italiano! Dovrà spiegare loro che crescere un figlio bilingue non è proprio una passeggiata e che ha bisogno del loro aiuto. I nonni hanno un compito importante nel trasmettere non solo la lingua ma anche la cultura italiana.

Il segreto è trovare insieme delle strategie per offrire a suo figlio un contatto maggiore con la lingua italiana, anche se si vive lontani, attraverso video chiamate, messaggi Whatsapp in cui raccontiamo la storia della buona notte, ecc.

Se anche tu ti trovi in una situazione simile a quella di Monica o addirittura più complicata perché magari tuo figlio cresce con più di due lingue, non esitare a contattarmi. Prepareremo insieme il vostro piano linguistico familiare!

Karin Martin
Linguista, Consulente in Multilinguismo
Maggio 2020

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