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Studenti Internazionali: I Disagi Del Cambio Scuola

Studenti internazionali: i disagi del cambio scuola

In questo post rifletto sui disagi che gli studenti internazionali provano all’arrivo in una nuova scuola. 

Quando a mio marito è stato offerto un posto all’estero e ho dovuto lasciare il mio posto d’insegnante di matematica in Italia per seguirlo, non mi sono rammaricata. Ho colto l’occasione per lasciare un lavoro ormai svilito dalla burocrazia e le incertezze della scuola italiana. 

Speravo di aprirmi a nuove e stimolanti avventure professionali, e così è stato. Nella scuola internazionale di Stoccolma, dove ho insegnato matematica prima come free-lance e poi con un contratto a tempo pieno, sono entrata in contatto con una moltitudine di situazioni, sia a livello umano che professionale. 

Umano perché insegnare a studenti internazionali, che provengono da una miriade di culture diverse, è una sfida che arricchisce fino in fondo; professionale perché nel sistema IB la matematica viene insegnata a livelli diversi, anche a seconda della facoltà universitaria che lo studente sceglierà di frequentare dopo le superiori. 

Per me questo periodo è stato formativo al 100%. Personalmente, ho dovuto prendermi cura dei miei figli, catapultati in una nuova scuola, con una nuova lingua, e un contorno sociale completamente mutato. Questo mi ha permesso di comprendere a fondo i disagi degli studenti internazionali che mi sono poi trovata a formare nella scuola dove sono stata assunta. 

Per dei giovani studenti in arrivo in un nuovo paese, la scuola rappresenta il polmone dell’avventura. E’ lì che trascorreranno la maggior parte del loro tempo, che stringeranno amicizie, impareranno, cresceranno, troveranno nuovi hobby e passioni e metteranno le radici delle loro scelte di vita. 

Adattarsi rapidamente a scuola significa accettare il cambiamento, instaurare con il nuovo paese una relazione positiva, e sentirsi bene nella nuova realtà. 

Le sfide perché questo avvenga sono, però, tante. Arrivare in un posto dove nessuno ci conosce e sa nulla di noi e del nostro passato non è facile per nessuno, e tantomeno per degli adolescenti (o pre adolescenti) per i quali l’accettazione da parte dell’altro è fondamentale per lo sviluppo personale. 

Spesso questi studenti internazionali si trovano ad affrontare allo stesso tempo la malinconia per quanto si sono lasciati alle spalle, una nuova routine famigliare (la famiglia non cambia ma cambia lo sfondo contro il quale esiste), molto spesso una nuova lingua. E anche se le scuole internazionali hanno fatto grandissimi passi nel facilitare l’ambientamento ai propri studenti, le prime settimane possono essere realmente dure, se non s’identifica all’immediato un coetaneo con cui condividere le ore scolastiche

Tutto questo spesso pesa sul rendimento scolastico, che a sua volta, come un serpente che si mangia la coda, provoca negli studenti internazionali un sentimento d’impotenza e di rabbia per il fatto di essere stati sradicati da un ambiente nel quale si trovavano bene. 

Sono fiera e felice di aver compreso tutti questi passaggi sulla mia pelle e attraverso i miei figli. Sapere cosa provano questi giovani che arrivano in una nuova scuola, mi ha aiutata nel relazionarmi con loro intorno a equazioni e frazioni, modulando le richieste e ritmando l’insegnamento a seconda delle loro esigenze. 

Il periodo trascorso alla scuola internazionale di Stoccolma è stato per me fondamentale nella carriera che mi sono creata successivamente, quella di insegnante di matematica online. Perché quando ho lasciato la Svezia, non volevo abbandonare i miei studenti, e ho continuato a seguirne alcuni a distanza. Ma questo ve lo racconto la prossima volta ☺ 

Laura Fascella Barletta
Ottobre 2019

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